
“Inopportuna la nomina a presidente della Commissione esaminatrice di un dirigente comunale rinviato a giudizio”. Profili di opportunità istituzionale e rischi di legittimità hanno spinto quattro consiglieri provinciali, Catia Di Fabio, Graziana Di Florio, Carla Di Biase e Claudio Carretta a presentare una interrogazione al presidente della Provincia Francesco Menna sulla nomina di Vincenzo Toma a presidente della Commissione esaminatrice del concorso per sei funzionari amministrativi. Il dirigente del comune di Vasto – di cui Menna è sindaco – è stato rinviato a giudizio per peculato. Stando alle contestazioni avrebbe disposto, in favore di se stesso, il pagamento della somma di 30.873 euro come “premio di risultato” per gli obiettivi conseguiti. Il processo è in programma il 16 dicembre prossimo. L’incarico di presidente della Commissione risale al 4 novembre 2025.
“La notizia del rinvio a giudizio di Toma è stata diffusa pubblicamente il 18 novembre 2025, ma il procedimento penale era già in fase avanzata e formalizzato prima di tale data, e dunque conoscibile dall’amministrazione comunale e dal sindaco Menna”, rimarcano i quattro consiglieri provinciali, “il presidente della Provincia coincide nella persona del sindaco del Comune di Vasto, ossia dell’ente da cui Toma dipende e presso il quale si sono verificati i fatti oggetto dell’imputazione. La presidenza di una commissione di concorso costituisce un ruolo di alta garanzia, che richiede requisiti di integrità, terzietà e autorevolezza”, proseguono Di Fabio, Di Florio, Di Biase e Carretta secondo i quali “la partecipazione a una commissione concorsuale di un dirigente rinviato a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione espone l’ente a rischi di ricorsi da parte dei candidati; a possibili contestazioni di vizio di legittimità dell’intera procedura; a un grave pregiudizio per l’immagine e il prestigio della Provincia. Sussiste un evidente profilo di opportunità istituzionale, aggravato dal fatto che il presidente della Provincia — che ha formalmente avallato l’organizzazione del concorso — è lo stesso sindaco dell’ente presso cui si sono verificati i fatti contestati a Toma”, incalzano i consiglieri provinciali, i quali dopo aver affermato che “la Provincia di Chieti debba ispirare la propria azione amministrativa ai principi di legalità, trasparenza, prudenza e buon andamento, evitando ogni possibile ombra su atti di così rilevante delicatezza chiedono al presidente Menna “se fosse a conoscenza, alla data del 4 novembre 2025, del procedimento penale e del rinvio a giudizio di Toma per peculato; per quali ragioni sia stato ritenuto opportuno nominare quale presidente di una Commissione concorsuale un dirigente sottoposto a imputazione per reati contro la pubblica amministrazione; se sia stato valutato il rischio di compromettere l’immagine di imparzialità e serietà della Provincia, nonché l’esposizione dell’intera procedura concorsuale a possibili ricorsi o contenziosi; se l’amministrazione provinciale intenda procedere alla revoca o alla sostituzione del presidente della Commissione, al fine di tutelare la legittimità, la serenità e la trasparenza della procedura selettiva; se siano state assunte verifiche interne volte a valutare eventuali profili di conflitto di interessi o di opportunità istituzionale”.
Anna Bontempo (Il Centro)














