
“Abbiamo appreso, con una certa incredulità, che per il gruppo di minoranza l’IRPEF sarebbe una tassa e non un’imposta.
Una confusione grave, non terminologica ma sostanziale, che rivela una scarsa conoscenza dei meccanismi basilari della finanza pubblica.
Le tasse finanziano servizi erogati direttamente dal Comune (come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti).
Le imposte, come l’IRPEF, finanziano invece i servizi generali dello Stato, a partire dalla sanità pubblica.
Se non si conosce nemmeno questa differenza, è difficile sostenere un dibattito serio.
Per i redditi fino a 15.000 euro, l’aumento dell’addizionale comunale IRPEF è pari a: 7,50 euro all’anno. Non al mese. Non a trimestre. All’anno.
Eppure si parla di “stangata” e di “penalizzazione delle fasce deboli”.
Una narrazione che non trova alcun riscontro nei numeri.
I famosi 26.000 euro
Ancora una volta è necessario smontare una mistificazione:
• NON sono l’aumento per un cittadino
• NON sono l’aumento per chi ha un reddito medio-basso
• Sono una semplice stima del gettito complessivo, ottenuta sommando tutti i contribuenti
Il dato reale sarà verificabile solo in sede di rendiconto. Tutto il resto è propaganda.
Non pensavamo di dover arrivare a spiegare al gruppo di minoranza anche la differenza tra tasse e imposte e il funzionamento delle entrate comunali.
Evidentemente, però, oltre ai problemi con i numeri, emergono anche lacune sui concetti fondamentali.
Il confronto politico è legittimo.
La disinformazione no.
Quando si parla di bilanci e di soldi dei cittadini, servono competenza, responsabilità e onestà intellettuale, non slogan buoni solo per qualche titolo acchiappa-like.
I cittadini meritano rispetto.
E il rispetto passa, prima di tutto, dalla conoscenza della materia”.
Il Sindaco Catia Di Fabio
Il Vicesindaco con delega al Bilancio Alessandro Mucci














