sabato, Giugno 7

Jois, a Vasto riparte la ricerca della verità

Condividi

A Vasto la morte di Jois Pedone, per quanti hanno avuto modo di conoscere il ventenne, resta un mistero inspiegabile e inaccettabile. Nessuno dei suoi amici è d’accordo con l’ipotesi di suicidio formulata dagli investigatori subito dopo il ritrovamento del corpo. Il tempo non ha affatto placato il dolore. Al contrario il mistero lo ha acuito. Gli stessi compagni dell’università di Parma frequentata con successo da Jois  non credono al suicidio dell’amico e sperano che possa emergere qualche nuovo particolare che porti alla verità.

La famiglia del ragazzo si è affidata alla associazione Penelope che, in tempi ragionevolmente brevi, esaminerà tutta la documentazione.

La procura di Vasto, dopo aver ascoltato numerose testimonianze, dal tassista che portò Jois a Punta Penna ad altre persone che quella notte erano a Punta Penna, ha chiesto l’archiviazione. Ci sarebbero però anche altri testimoni pronti a collaborare.  Non è escluso che la morte dello studente sia legata a qualche rito esoterico. Le nuove indagini si soffermeranno anche sulla stranezza del luogo scelto per suicidarsi: un tratto di mare profondo non più di due metri e mezzo.

” Non mi arrenderò fino a quando non verrà fuori la verità”. E’ quanto la nonna di Jois Pedone, Pia Regina, aveva dichiarato al quotidiano dell’Abruzzo Il Centro  due settimane fa non appena è venuta a conoscenza della richiesta di archiviazione dell’indagine fatta dalla Procura di Vasto che indagava per istigazione al suicidio dello studente universitario di 20 anni.

Paola Calvano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.