lunedì, Febbraio 24

“Ah Questi giovani che… Manifesto dell’orgoglio giovanile”, un breve pamphlet di Cesare Vicoli che ogni ragazz* dovrebbe leggere

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Cesare Vicoli, ventenne autore vastese, si distingue per i suoi pamphlet, brevi scritti critici di stampo illuministico, finalizzati a demolire tutti i luoghi comuni che hanno sempre costituito l’unico “sapere” degli ignoranti.

Così, dopo “Pessimismo cosmico o cosmica intuizione?” in cui si demolisce la tradizionale critica letteraria su Leopardi, e “Homo insapiens”, dove si mette in luce come le passioni umane fatte di avidità, ingordigia, aggressività ed egoismo (in una parola capitalman) istupidiscono  l’uomo fino al punto da auto-condannarsi all’estinzione, è ora la volta di combattere contro i luoghi comuni sui giovani.

Il libro si apre con una citazione di George Orwell:

Ogni generazione pensa di essere più intelligente di quella che l’ha preceduta, e più saggia di quella che verrà dopo di lei.

In questo breve saggio Cesare riporta tutta una serie di frasi contro i giovani a partire dal 4.000 a.C. fino ad oggi. Non solo. Sono riportate frasi che vedono in ogni innovazione un pericolo incombente per l’umanità. Così si parte dalla demonizzazione della scrittura, avete capito bene: la scrittura, fino ad arrivare ai social passando per la televisione. Si legge nel pamphlet di Vicoli:

La scrittura, Platone fa dire a Socrate nel Fedro, è disumana, poiché finge di ricreare al di fuori della mente ciò che in realtà può esistere solo al suo interno. La scrittura è una cosa, un manufatto. Lo stesso, naturalmente, viene detto dei computer. In secondo luogo, incalza il Socrate di Platone, la scrittura distrugge la memoria: chi se ne serve cesserà di ricordare, e dovrà contare su risorse esterne quando mancheranno quelle interiori. La scrittura indebolisce la mente. […] Un punto debole nella posizione di Platone è che egli, per dare efficacia alle sue obiezioni, le presentò per iscritto.

Il pamphlet inoltre tenta di dare una spiegazione di carattere storico-psicologico sulla atavica lotta tra vecchi e giovani nella quale gli anziani si sono sempre trincerati dietro le frasi “Ai tempi miei sì che…” oppure “Bei tempi quelli… peccato che non torneranno più. Oggi non ci si capisce più niente!” di contro i giovani hanno sempre apostrofato i propri genitori dicendo: “Ma che volete capire voi?!”, come se potesse esistere un’intera generazione di idioti.

Ma riportiamo alcune delle frasi che Cesare ha inserito nel suo breve saggio, frutto di una attenta ricerca storica:

  1. Il nostro mondo ha raggiunto uno stadio critico. I ragazzi non ascoltano più i loro genitori. La fine del mondo non può essere lontana.” (sacerdote egizio circa 4000 anni fa).
  1. La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, se ne infischia dell’autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani. I ragazzi d’oggi sono tiranni. Non si alzano in piedi quando un anziano entra in un ambiente, rispondono male ai loro genitori…” Socrate, V sec. a.C.
  1. Un tempo fiorivano gli studi, ora annoiano soltanto; a lungo il sapere è stato importante, ora vale di più l’ozio. La furberia si insinua ormai precocemente nei giovani che, pieni di malizia, rifiutano il sapere. Mentre nei secoli passati era lecito ai discepoli riposarsi dalle fatiche dello studio solo dopo novant’anni, ora invece i fanciulli di dieci anni scrollano il giogo e, liberi, si danno l’aria di maestri: ora i ciechi trascinano nel fosso gli altri ciechi, gli uccelli volano senza piume, gli asini suonano la lira, i buoi danzano nelle sale e i bifolchi sono diventati cavalieri. […] Ora trionfa ciò che i padri condannavano; il caldo si trasforma in freddo e l’umido in asciutto, la virtù cede al vizio e l’operosità si muta in ozio; tutto ora esce dalla retta via. Il saggio mediti su questo, liberi e purifichi il suo cuore dal peccato per non dire invano: O Signore! nel giorno del giudizio. Chi allora sarà condannato dal giudice celeste non godrà più di alcun appello“.

Carme n. 6 tratto dai “Carmina burana”, XI-XII secolo.

  1. Andando avanti negli anni e nei secoli si arriva fino a un articolo del 1925: «Sfidiamo chiunque tenga gli occhi bene aperti a negare che vi sia, come mai prima, un’attitudine da parte dei giovani a comportarsi in modo grossolano, sprezzante, rude e assolutamente egoista».
  1. Anni 2000: «[I giovani] hanno difficoltà a prendere decisioni. Preferiscono scalare l’Himalaya piuttosto che salire una scala aziendale. Hanno pochi eroi, niente inni, nessuno stile. Desiderano l’intrattenimento, ma la loro capacità di attenzione è pari a uno zapping Tv».

Laura Del Casale

Dati bibliografici

Titolo: “Ah questi giovani che…”

Sottotitolo: Contro i pregiudizi ed i luoghi comuni sulle nuove generazioni

Autore: Cesare Vicoli

Casa Editrice: Il Torcoliere

Numero di pagine: 44

Prezzo: € 5,00

 

 

 

 

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