Si è chiusa lunedì 31 marzo la caccia selettiva al cinghiale nella riserva naturale di Punta Aderci. Dallo scorso mese di dicembre e fino a pochi giorni fa i selecacciatori volontari, individuati dalla polizia provinciale, hanno imbracciato il fucile nei giorni e negli orari consentiti dall’ordinanza firmata nei mesi scorsi dal sindaco Francesco Menna, per ridurre gli ungulati presenti all’interno dell’area protetta, sul cui numero ci sono sempre state versioni contrastanti. Così come non sono mancate le polemiche sulla opportunità o meno di iniziare a sparare all’interno di una riserva, la cui legge regionale istitutiva vieta, appunto, la caccia. Archiviate le polemiche c’è attesa per conoscere i dati ufficiali. Quanti sono i cinghiali abbattuti dai selecacciatori? Secondo indiscrezioni sarebbero una ottantina, ma dal Comune non giungono conferme.
“Siamo in attesa del report della polizia provinciale”, taglia corto l’assessore all’ambiente, Gabriele Barisano, “non appena sarà in nostro possesso provvederemo a rendere noto il numero degli abbattimenti”.
L’ordinanza sindacale è stata firmata lo scorso 6 dicembre, a distanza di 24 ore dalla acquisizione da parte del servizio parchi e riserve del Comune, della disponibilità della polizia provinciale ad iniziare le attività di controllo. Gli animali abbattuti sono stati assegnati in maniera gratuita ai selecacciatori che hanno partecipato alle attività di prelievo , a parziale ristoro dei costi e dell’impegno sostenuto “nel rigoroso rispetto delle norme vigenti che regolano la tutela sanitaria, il benessere animale e la sicurezza alimentare”.
Il provvedimento che ha sancito l’apertura della caccia nella riserva di Punta Aderci, è stato salutato con favore dagli agricoltori, ma contestato da alcune associazioni ambientaliste, fra cui il Wwf Abruzzo e il Gruppo Fratino. Polemiche anche sul numero di ungulati presenti nell’area protetta che, secondo il presidente dell’Atc, Angelo Pessolano e il docente universitario Andrea Mazzatenta, erano diminuiti di oltre il 50% a causa dell’azione predatoria dei lupi. Prima che l’amministrazione comunale decidesse di avviare la caccia di selezione erano state utilizzate le gabbie messe a disposizione dalla Cogecstre, la cooperativa di Penne che si occupa della gestione delle aree protette di Punta Aderci e di Marina di Vasto.
Anna Bontempo (Il Centro)