
Un ruscello di acqua nera e putrida in piena spiaggia. Torna l’allarme per Fosso Marino, il canale che sfocia nei pressi del pontile, una delle criticità del litorale vastese di cui si parla da anni e che nel 2022 aveva spinto la guardia costiera, unitamente alla polizia locale, a complesse attività di monitoraggio per accertare l’eventuale presenza di scarichi abusivi.
L’episodio di ieri, segnalato alla redazione del Centro da alcuni bagnanti, ha riproposto un problema antico che, nonostante alcuni interventi-tampone, non ha ancora trovato una definitiva soluzione. Lo ricordava nelle scorse settimane il Consorzio Vivere Vasto Marina che, con una lettera aperta, aveva chiesto “l’apertura immediata di un tavolo per affrontare una volta per tutte i problemi strutturali legati agli scarichi a mare”.
Alle sollecitazioni degli operatori turistici hanno risposto già alcuni enti, c’è stato qualche primo incontro tra cui quello con il senatore vastese Etelwardo Sigismondi, ma l’attivazione del tavolo istituzionale è stata rinviata a settembre. Le criticità lungo il litorale – dove la bandiera blu della Fee sventola a Punta Penna, San Nicola, Vignola e Contrada San Tommaso – sono rappresentate essenzialmente da Fosso Marino e dal tratto di mare antistante la statua della Bagnante, dove è presente l’antico porto sommerso. In quest’ultimo punto è scattato all’inizio della stagione estiva un divieto di balneazione a causa della concentrazione elevata di “Escherichia coli”, indice di inquinamento da scarichi fognari.
Su queste annose problematiche l’assessore ai servizi manutentivi Alessandro D’Elisa è stato chiaro in occasione della cerimonia di consegna della bandiera blu. In quella circostanza D’Elisa ha affermato che “gli impianti vanno potenziati. Abbiamo presentato delle schede di progetto per cercare di avere i finanziamenti che ci permettano di avere impianti capaci di gestire le acque di prima pioggia”.
Una scheda specifica è stata fatta per Fosso Marino.
“Lì c’è bisogno di una grossa vasca sotto la piazza per raccogliere le prime piogge e mandarle poi all’impianto di depurazione”, è la soluzione indicata da D’Elisa, “ma abbiamo bisogno di un finanziamento di 2,8 milioni di euro. Ci sono tanti problemi strutturali che vanno gestiti con risorse appropriate che oggi il Comune non ha a disposizione, ma che speriamo si possano avere”.
Anche gli impianti fognari andrebbero potenziati soprattutto se si tiene conto che alla massiccia espansione edilizia che ha avuto la città in questi anni, non ha fatto da contraltare l’adeguamento delle infrastrutture. Per il sindaco Francesco Menna servono ingenti risorse per realizzare nuove reti fognarie.
Anna Bontempo (Il Centro)