mercoledì, Ottobre 8

Torna l’ordinanza a Punta Aderci, caccia ai cinghiali ma con le reti

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Dopo le gabbie e i fucili arrivano le reti. Riparte la caccia al cinghiale nella riserva naturale di Punta Aderci, ma questa volta la cattura degli ungulati avverrà con i “Pig brig”, cioè con l’utilizzo di recinti mobili che si possono montare e smontare con estrema facilità e che consentono di intrappolare più esemplari che verranno poi uccisi sul posto dai selecontrollori. Circostanza che non fa solo storcere il muso agli animalisti. L’applicazione del nuovo sistema di cattura è previsto nella convenzione che il comune di Vasto ha sottoscritto con l’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise in data 28 aprile 2025 e che contempla l’utilizzo dei recinti Pig brig, già sperimentati a San Salvo nel giardino mediterraneo. A Punta Aderci le reti verranno posizionate nell’azienda agricola di Michele Bosco, come si evince dall’ordinanza  firmata dal sindaco Francesco Menna tre giorni fa.

Il provvedimento interdice l’accesso nelle aree individuate nel periodo ottobre-dicembre. Le modalità di abbattimento selettivo saranno effettuate direttamente sotto la responsabilità della polizia provinciale di Chieti “che curerà anche il destino dei capi abbattuti e l’avvio delle attività di monitoraggio sanitario secondo la normativa vigente in materia”.

Nella ordinanza non si fa alcun riferimento al numero di cinghiali da abbattere, ma si fa cenno al famoso piano triennale 2024-2026 redatto dal biologo Fabio De Marinis, anche se nel frattempo non sono state avviate nuove attività di monitoraggio. Nei mesi scorsi erano stati in tutto 95 i cinghiali abbattuti dapprima con l’utilizzo delle gabbie e in seconda battuta con la caccia selettiva che si era conclusa a fine marzo. 

In  quella occasione l’assessore all’ambiente, Gabriele Barisano disse che si trattava solo di un primo passo per il contenimento degli ungulati nelle aree protette. Non sono mancate le polemiche. L’apertura della caccia nella riserva di Punta Aderci venne accolta con favore dagli agricoltori, ma contestata da alcune associazioni ambientaliste, fra cui il Wwf Abruzzo e il Gruppo fratino. 

Perplessità anche sul numero di ungulati  presenti nell’area protetta che, secondo il presidente dell’Atc, Angelo Pessolano e il docente universitario Andrea Mazzatenta, erano diminuiti di oltre il 50% a causa dell’azione

predatoria dei lupi. Prima che l’amministrazione comunale decidesse di avviare la caccia di selezione erano state utilizzate le gabbie messe a disposizione dalla Cogecstre, la cooperativa di Penne che si occupa della gestione delle due aree protette presenti nel territorio. Con quel sistema vennero catturati ed abbattuti 28 cinghiali a Punta Aderci e zero nella riserva Marina di Vasto.  

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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